Il Ponte Dei Troll




Titolo originale: Troll Bridge

Edizione Italiana: 1994 - Mondadori

Edizione Inglese: 1991 - Colin Smythe

Personaggi:
Cohen il barbaro

Luoghi:
Le montagne


Il Ponte Dei Troll è un racconto breve ambientata nel Mondo Disco, scritto da Terry Pratchett nel 1991 per una collezione dal titolo "Sulle orme del re"(After The King: Stories in honour of J. R. R. Tolkien)


Il Racconto

Il vento soffiava dalle montagne, riempiendo l’aria con fini cristalli di ghiaccio.
Era troppo freddo per nevicare. Durante un tempo come questo i lupi scendevano nei villaggi e gli alberi esplodevano dal gelo nelle foreste.
Durante un tempo come questo la gente di buonsenso se ne stava in casa davanti al fuoco, raccontandosi storie sugli Eroi.

Era un vecchio cavallo. Era un vecchio cavaliere. Il cavallo sembrava un porta-panetostato accartocciato. L’uomo dava l’impressione che l’unica ragione per cui non cadeva di sella era il non potersi permettere l’energia di muoversi.
A dispetto del pungente vento gelido non indossava altro che un piccolo kilt di pelle e una benda sporca su un ginocchio. Si tolse di bocca un umido mozzicone di sigaretta e lo batté sulla mano.
"Va bene" disse "andiamo."
"Ah. Siamo a posto, se lo dici tu." disse il cavallo "Ma che succede se ti viene uno di quei tuoi attacchi? Oppure se la tua schiena ritorna a farsi sentire? Che dovrei fare io, essere mangiato, solo perché la tua schiena si blocca al momento sbagliato?"
"Non succederà" rispose l’uomo.
Smontò sulle pietre gelate e si soffiò sulle dita. Quindi, dal basto del cavallo, estrasse una spada con una lama simile a quella di una sega malridotta e diede alcuni affondi poco
convinti all’aria.
"Ho ancora il vecchio tocco" disse. Si accigliò e si accasciò contro un albero.
"Giurerei che questa dannata spada diventa più pesante ogni giorno che passa"
"Dovresti pensare alla pensione, sai" disse il cavallo "Finiamo qua la giornata. Fare queste cose alla tua età. Non va affatto bene"
L’uomo roteò gli occhi.
"Dannata vendita all’asta. Ecco cosa succede a comprare qualcosa appartenuta ad un mago" disse l’uomo parlando al vento "Ho guardato i denti, ho guardato gli zoccoli, ma non mi è proprio venuto d'ascoltare"
"Pensi che stia cercando di fregarti?" disse il cavallo
Cohen il Barbaro continuò a restare appoggiato all’albero. Non era sicuro di poter stare diritto da solo, ancora.
"Dovresti avere un mucchio di tesori ammassati da qualche parte" disse il cavallo "Potremmo andare verso il Bordo. Che ne dici? Bello e caldo. Troviamoci un posto bello caldo su una qualche spiaggia. Che ne pensi?"
"Nessun tesoro. Speso tutto. Bevuto. Dato via. Perso."
"Devi aver messo da parte qualcosa per la vecchiaia"
"Mai pensato di arrivare alla vecchiaia"
"Un giorno finirai per morire" disse il cavallo "e potrebbe essere oggi"
"Lo so, perché pensi sia arrivato fin qua?"
Il cavallo si voltò e guardò giù verso la gola. La strada era crepata e piena di buche. Alcuni alberelli spuntavano tra le pietre. La foresta si affollava ai lati. In pochi anni nessuno avrebbe saputo che da qui passava una strada. Anzi, già ora sembrava che nessuno lo sapesse.
"Sei venuto qua per morire ?"
"No. Ma c’è qualcosa che ho sempre voluto fare. Fin da quando ero un ragazzo"
"Cioè?"
Cohen cercò di tirarsi diritto. I tendini induriti mandarono roventi messaggi di dolore nelle gambe.
"Mio padre" iniziò squittendo, poi riprese il controllo della voce. "Mio padre mi disse..." Lottò per riprendere il respiro.
"Figliolo" disse volenteroso il cavallo
"Cosa?"
"Figliolo" ripeté il cavallo "Non c’è padre che non chiami “figliolo” il suo ragazzo, quando sta per insegnagli qualcosa di saggio e profondo. Fatto risaputo.
"Ehi, questa è la mia reminiscenza"
"Scusa"
"Egli mi disse…Figliolo…si, OK…Figliolo, quando potrai sostenere faccia a faccia un combattimento con un troll, allora potrai fare qualsiasi cosa"
Il cavallo lo guardò sbattendo gli occhi. Quindi si girò e guardò giù lungo la strada invasa dagli alberi fino al luccichio della gola. C’era un ponte di pietra che l'attraversava.
Una sensazione orribile lo colpì.
I suoi zoccoli danzarono nervosamente sulla strada abbandonata.
"Il Bordo" disse "Bello e caldo"
"No"
"Che c’è di buono a uccidere un troll? Cosa ti rimane dopo che hai ammazzato un troll?"
"Un troll morto. Questo è il punto. Comunque, non devo ucciderlo. Solo sconfiggerlo. Uno contro uno. Uomo a uom…troll. E se non tento mio padre si rivolterà nel suo tumulo"
"Mi hai detto che ti ha scacciato dalla tribù, quando avevi undici anni"
"Gran favore mi ha fatto. Mi ha insegnato a stare tra i piedi ad altra gente. Vieni qua, avanti"
Il cavallo si accostò. Cohen acchiappò la sella e si tirò diritto in piedi.
"E tu vuoi combattere un troll, adesso" disse il cavallo
Cohen frugò nella bisaccia da sella ed estrasse la borsa porta-tabacco. Il vento frullò i fili di tabacco, mentre si arrotolava una striminzita sigaretta tra le mani messe a coppa.
"Già" rispose
"E sei venuto fin qua per farlo"
"Ho dovuto" disse Cohen "Quand'è stata l’ultima volta che hai visto un ponte con sotto un troll? Quando ero piccolo c’erano centinaia di ponti con troll. Ora ci sono più troll nelle città che sulle montagne. E quasi tutti grassi come il burro. Per cosa abbiamo combattuto tutte quelle guerre? Ora…attraversiamo quel ponte."

Era un ponte solitario che attraversava una gola profonda, bianco di schiuma e dall’aspetto pericoloso. Proprio il tipo di posto dove trovi…
Una massiccia forma grigia scavalcò il parapetto e atterrò a piedi ben piantati di fronte al cavallo. La forma agitò una clava.
"Bene, bene" ringhiò
"Oh…" iniziò a dire il cavallo
Il troll sbatté le palpebre. Anche il freddo e nuvoloso cielo invernale può ridurre seriamente la conduttività del cervello siliconico di un troll e ci volle un poco per capire che la sella era vuota.
Sbatté nuovamente le palpebre, perché percepì improvvisamente la punta di un coltello premuta sul retro del suo collo.
"Salve" gli disse una voce nell'orecchio
Il troll deglutì. Cautamente.
"Senti" disse con disperazione "è la tradizione, OK? Un ponte come ‘sto qua, insomma la gente si ‘spetta che ci sta un troll…Ehi" aggiunse come se un altro pensiero gli fosse arrivato adesso "com'è che non ti ho mica sentito strisciarmi alle spalle?"
"Perché sono bravo" rispose il vecchio
"Giusto" disse il cavallo "è strisciato alle spalle di più gente di quanto tu possa aver avuto a cena"
Il troll rischiò uno sguardo di sbieco.
"Fanculo" sussurrò "credi di essere Cohen il Barbaro?"
"Che ne dici?" rispose Cohen
"Ascolta: " disse il cavallo "se non si fosse avvolto dei sacchi sulle ginocchia lo avresti capito dal rumore delle articolazioni"
Il troll ci mise un poco per capire.
"Oh wow" sospirò "Sul mio ponte! Wow!"
"Come?" disse Cohen
Il troll sgusciò fuori della sua stretta e si mise ad agitare freneticamente le mani.
"Tutto a posto! Tutto a posto!" gridò, mentre Cohen si rifaceva avanti. "Mi hai preso! Mi hai preso! Non sto scappando! Voglio solo chiamare quassù la mia famiglia, va bene? Altrimenti nessuno mi crederebbe. Cohen il Barbaro. Sul mio ponte!"
Il suo grosso torace pietroso si gonfiò d’orgoglio.
"Quel dannato di mio cognato che sta sempre a vantarsi del suo dannato ponte di legno e mia moglie che non parla d’altro. Hah! Voglio proprio vedere le loro facce ora e ...oh, no! Cosa avrai pensato di me?"
"Buona domanda" disse Cohen
Il troll lasciò cadere la clava e prese la mano a Cohen.
"Mi chiamo Mica" disse "Non sai quale onore sia averti qui!"
Si sporse dal parapetto: "Beryl! Vieni su! Porta i ragazzi!"
Si girò verso Cohen, con la faccia splendente di orgoglio e felicità.
"Beryl sta sempre a dire che dobbiamo stare al passo coi tempi, cercare qualcosa di meglio, ma io le dico solo che il ponte è nella nostra famiglia da un sacco di generazioni, c’è sempre stato un troll sotto il Ponte Morto. E' la tradizione."
Un enorme Troll femmina che trasportava due bambini salì sulla banchina, seguita da un codazzo di troll più piccoli.
Essi si allinearono dietro a loro padre, guardando Cohen con sospetto.
"Questa è Beryl" disse il troll.
La moglie guardava Cohen con astio.
"e questo... " spingendo avanti una versione ridotta di se stesso, con una versione junior della sua clava in mano "è il mio ragazzo, Scree. Un vero chip uscito dal vecchio blocco. Erediterà il ponte, quando non ci sarò più, non è così, Scree? Guarda, ragazzo, è Cohen il Barbaro! Che ne pensi di questo, eh? Sul nostro ponte! Non abbiamo solo grassi ricchi molli commercianti di oli come vostro zio Pirite, " disse il troll, che parlava con suo figlio, ma sorrideva leziosamente dietro di sé alla moglie, "E' un eroe famoso venuto per incontrarci."
La moglie del troll squadrò Cohen dall'alto in basso.
"E' ricco?" disse.
"La ricchezza non ha niente a che fare con lui, " disse il troll.
"Siete venuto a uccidere nostro padre?" disse Scree sospettoso.
"Ma certo, " disse severamente Mica. "E' il suo lavoro. E io diventerò famoso nelle canzoni e nelle storie. E' Cohen il Barbaro, giusto, non un bifolco dal villaggio con un forcone. Un eroe famoso fa tutta questa strada per incontrarci, quindi mostrate un po' di rispetto."
"Mi dispiace per loro, signore, " disse a Cohen. "i ragazzi d'oggi. Sapete come sono."
Il cavallo iniziò a ridere sotto i baffi.
"Guardi... " cominciò Cohen.
"Mi ricordo quel che disse mio padre su di lei, quando ero ancora un ciottolo, " disse Mica. "E' il miglior cavaliere del mondo, come un colosso, disse."
Si fece silenzio. Cohen si domandò cosa fosse un colosso e sentiva lo sguardo pietroso di Beryl fisso su di sé.
"E' solo un vecchietto, " disse. "non mi sembra molto eroico. Se è così bravo, perchè non è ricco?"
"Ascolta... " cominciò Mica.
"E' questo che stavamo aspettano?" disse la moglie. "Seduti sotto un ponte gocciolante tutto il tempo? Aspettando gente che non viene mai? Aspettiamo vecchietti con le bende alle gambe? Dovevo ascoltare mia madre! Vuoi lasciare che nostro figlio stia seduto sotto un ponte ad attendere un vecchietto per farsi uccidere? E' questo che significa essere un Troll? Bene, non succederà!"
"Appena... "
"Hah! Pirite non ha i vecchietti! Ha i commercianti grandi e grossi! È qualcuno. Dovevi andare con lui, quando ne avevi l'opportunità!"
"Preferirei mangiare vermi!"
"Vermi? Hah? Da quando possiamo permetterci di mangiare vermi?"
"Potremmo discuterne?" disse Cohen.
Passeggiò verso l'altra estremità del ponte, oscillando la sua spada da una mano. Il troll si strascicava dietro di lui.
Cohen armeggiava col suo sacchetto del tabacco. Guardò su verso il troll e gli diede il sacchetto.
"Fumo?" disse.
"Quella roba può ucciderti, " disse il troll.
"Sì. Ma non oggi."
"Non ci casco con la vostra conversazione da buoni nemici!" muggì Beryl, dalla sua estremità del ponte. "oggi è il tuo turno di andare alla segheria! Lo sai che Chert dice che non può lasciare il posto vuoto se non cominci a prenderlo seriamente."
Mica fece un sorrisetto nervoso a Cohen.
"Aiuta parecchio, " disse.
"Non mi arrampicherò di nuovo giù al fiume per tirarti fuori ancora!" ruggì Beryl. "digli delle capre di Billy, Mr. Gran Troll!"
"Capre di Billy?" disse Cohen.
"Non so nulla delle capre di Billy, " disse Mica. "Tira sempre fuori questa storia delle capre di Billy. Non so nulla delle capre di Billy" sussultò.
Guardarono Beryl e i piccoli troll scendere sotto le oscurità del ponte.
"Il fatto è, " disse Cohen, quando furono soli, "che io non voglio ucciderti."
La faccia del troll cadde.
"Non volete?"
"Volevo giusto buttarti giù dal ponte e rubare il tesoro."
"Volete?"
Cohen lo picchiettò sul di dietro. "Inoltre, "disse, "mi piace vedere la gente con... le buone memorie. E' di questo che ha bisogno la terra. Buone memorie."
Il troll si mise sull'attenti.
"Provo a fare del mio meglio signore, " disse. "il mio ragazzo desidera andare a lavorare in città. Gli ho detto che, c'è stato un troll sotto questo ponte per quasi cinquecento anni... "
"Così se tiri fuori il tesoro, " disse Cohen, "posso andare." La faccia dei troll cadde nel panico improvviso.
"Tesoro? Non c'è nessun tesoro, " disse.
"Oh andiamo, " disse Cohen. "un ponte ben piazzato come questo?"
"Già, ma nessuno usa più questa strada, " disse Mica. "siete il primo da mesi, e questo è un fatto. Beryl diceva che dovevo andare con suo fratello, quando costruirono la nuova strada sul suo ponte, ma " alzando la voce, "io gli ho detto, ci sono stati troll sotto questo ponte... "
"Già " disse Cohen.
"Il difficile è che le pietre sono sempre sul punto di cadere, " disse il troll. "e non credereste mai quanto costano i muratori. Nani sanguisughe. Non potete fidarvi di loro." Si accostò a Cohen. "A dire il vero, devo lavorare tre giorni la settimana giù alla segheria di mio cognato solo per sbarcare il lunario."
"Tuo cognato non aveva un ponte?" disse Cohen.
"Uno di loro ce l'ha. Mia moglie ha tanti fratelli quante pulci un cane, " disse il troll.
Osservava tristemente il torrente. "uno è un commerciante del legname giù a Sour Water, un'altro fa funzionare il ponte e il maggiore è un commerciante a Bitter Pike. E quello le sembra un lavoro da troll?"
"Uno è nel commercio dei ponti dopotutto" disse Cohen.
"Commercio dei ponti? Star seduto tutto il giorno in una scatola a chiedere un pezzo d'argento alla gente per attraversare? La metà del tempo non è neppure là! Paga qualche nano per prendere i soldi. E si denomina un troll! Non puoi distinguerlo da un umano finchè non sei vicino!"
Cohen annuì in maniera comprensiva.
"Lo sa che, " continuò il troll, "devo continuare ad averli a cena una volta la settimana? Tutti e tre? E ascoltare i loro discorsi sul 'muoversi al passo coi tempi'..."
Girò un'enorme faccia triste verso Cohen.
"Che c'è di male a essere un Troll sotto un ponte?" disse. "sono stato cresciuto per essere un troll sotto un ponte. Vorrei che il giovane Scree fosse un Troll sotto un ponte dopo che me ne sarò andato. Che c'è di male? Dovreste avere Troll sotto i ponti. Altrimenti, cos'è tutto il resto? A cosa serve?"
Si appoggiarono cupamente al parapetto, guardando giù nell'acqua bianca.
"Sai, " disse Cohen lentamente, "mi ricordo di, quando un uomo poteva andare tutto il giorno da qui alle Montagne della Spada e non incontrare altro essere vivente." Impugnò la sua spada. "almeno non a lungo."
Gettò il mozzicone della sua sigaretta nell'acqua. "Ora sono tutte fattorie. Piccole fattorie mandate avanti da piccola gente. E recinzioni dappertutto. Dovunque si guardi recinzioni, fattorie e gente piccola."
"Ha ragione lei ovviamente" continuò il troll in una sorta di conversazione interiore "non c'è futuro nel continuare a saltar fuori da sotto a un ponte"
"Capisco, " disse Cohen, "non ho nulla contro le fattorie o i coltivatori. Dovresti averne una. È giusto che si abituino ad andare per la loro strada, intorno ai bordi. Ora questo è il bordo."
"Ha respinto tutto il tempo, " disse il troll. "cambiando tutto il tempo. Come mio cognato Chert. Una segheria! Un troll che fa funzionare una segheria! E dovreste vedere la confusione che sta facendo della foresta di Ombra Tagliata!"
Cohen guardò in su, sorpreso. "Cosa, quella con i ragni giganti?"
"Ragni? Non ci sono più ragni. Solo ceppi."
"Ceppi? Ceppi? Adoravo quella foresta. Era... era qualcosa di tenebroso. Non otterresti un qualcosa di tenebroso migliore. Sapevi esattamente cosa fosse il terrore, in una foresta come quella."
"Desiderate qualcosa di tenebroso? Sta ripiantando degli abeti rossi, " disse Mica.
"Abeti rossi!"
"Non è una sua idea. Non distinguerebbe un albero da un altro. Quello si beve tutto quello che gli dice Argilla. Lui gliel'ha messo in testa."
A Cohen vennero le vertigini. "Chi è Argilla?"
"Le ho detto di avere tre cognati, giusto? È il commerciante. Lui dice che ripiantare gli alberi renderebbe la terra più facile da vendere."
Ci fu una lunga pausa, mentre Cohen digeriva questa notizia.
Allora disse, "non potete vendere la foresta di Ombra Tagliata. Non appartiene a nessuno."
"Già. Ecco perchè dice che si può vendere."
Cohen diede un pugno al parapetto. Una parte della pietra si staccò e cadde nella gola.
"Spiacente, " disse.
"Non si preoccupi. Dei pezzi cadono in continuazione, come ho detto."
Cohen si girò. "Che cosa sta succedendo? Mi ricordo di tutte le vecchie grandi guerre. Non farlo? Dovete combattere."
"Ho portato una clava, già"
"Si suppone che fosse per un nuovo futuro più luminoso, per la legge e cose così. E' quello che diceva la gente."
"Beh, ho combattuto perché me l'aveva detto un grosso troll con una frusta" disse Mica, prudentemente. "ma capisco cosa intendete."
"Intendo che non era per le fattorie e gli abeti rossi. Era?"
Mica abbassò la testa. "E qui ci sono io con queste scuse per un ponte. Ci sto male, " disse, "voi che fate tutta questa strada e tutto... "
"E c'era un certo re o altro, " disse Cohen, guardando vago l'acqua. "e penso che ci siano stati alcuni Maghi. Ma c'era un re. Sono abbastanza sicuro che ci fosse un re. Mai incontrato. Sai?" Ghignò al troll. "non ricordo il suo nome. Non credo che mi abbiano mai detto il suo nome."

Circa mezzora più tardi Cohen e il cavallo emersero dalla foresta tenebrosa in una brulla, landa spazzata dal vento. Camminarono lentamente per un istante prima di dire, "OK... quanto gli hai dato?"
"Dodici pezzi d'oro, " disse Cohen.
"Perchè dodici pezzi?"
"Non avevo altro."
"Devi essere impazzito."
"Quando entrai nel commercio dell'eroe barbarico, " disse Cohen, "ogni ponte aveva il suo troll sotto. E non si poteva attraversare una foresta come questa senza che dozzine di Goblin saltassero fuori per tagliarti la testa." singhiozzò, "mi chiedo che cosa gli sia accaduto?"
"Tu, " disse il cavallo.
"Bene, sì. Ma ho sempre pensato che ce ne fossero un po' di più. Ho sempre pensato che ci fossero più bordi."
"Quanto sei vecchio?" chiese il cavallo.
"Non so."
"Abbastanza vecchio da saperne di più, allora."
"Già. Giusto."
Cohen accese un'altra sigaretta e tossì finché i suoi occhi non lacrimarono.
"Ti stai rammollendo!"
"Già."
"Dare il tuo ultimo denaro ad un troll!"
"Già."
Cohen soffiò un flusso di fumo al tramonto.
"Perchè?"
Cohen fissò intensamente il cielo. La luce rossa era fredda quanto i pendii dell'inferno. Un vento ghiacciato soffiava attraverso le steppe, frustando quel che rimaneva dei suoi capelli.
"Per le cose che dovrebbe essere, " disse.
"Hah!"
"Per le cose che erano."
"Hah!"
Cohen guardò giù.
Ghignò.
"E per tre indirizzi. Un giorno morirò, " disse, "ma non, penso, oggi."

Il vento soffiava dalle montagne, riempiendo l’aria con fini cristalli di ghiaccio.
Era troppo freddo per nevicare. Durante un tempo come questo i lupi scendevano nei villaggi e gli alberi esplodevano dal gelo nelle foreste.
Tranne che c'erano sempre meno lupi e sempre meno foreste.
Durante un tempo come questo la gente di buonsenso se ne stava in casa davanti al fuoco, raccontandosi storie sugli Eroi.

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